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    Categories: Storia

Neanderthal ritrovamenti nel Lazio

Tracce dell’uomo di Neanderthal sono stati ritrovati a Sperlonga (LT) nella famosa grotta di Tiberio. Gli archeologi hanno individuato un giacimento dell’epoca paleolitica all’interno della grotta di Sperlonga che dichiara l’esistenza dell’uomo di Neanderthal. L’Imperatore Tiberio ha fatto costruire in questa grotta una piscina circolare, cosi facendo i suoi architetti hanno in gran parte distrutto quello che restava della vita dell’uomo di Neanderthal.

L’incredibile scoperta è stata fatta da Marisa de’Spagolis, la direttrice del Museo Archeologico Nazionale, che ha condotto gli scavi nella Grotta di Tibero. I ritrovamenti risalgono a più di 35.000 anni fa ovvero del Paleolitico Musteriano.

Marisa de’Spagolis è rimasta colpita dal fatto che la piscina di Tiberio è stata realizzata costruendo un muro sulla terra, questo significa che il terreno non era stato modificato ma era ancora allo stato originario, ma sopratutto stupita per il fatto che questo particolare non fosse mai stato notato. Forse proprio a causa dell’asportazione massiccia di terreno e di roccia per costruire la piscina circolare gli archeologi avevano escluso la possibilità di trovare testimonianze dell’uomo preistorico. Invece molti resti erano rimasti incredibilmente intatti. Grazie a questo, gli archeologi del Museo sono riusciti a scoprire il giacimento del paleolitico musteriano, o quello che ne rimaneva dopo l’intervento degli uomini dell’imperatore Tiberio.

Le reliquie ritrovate, sono paragonabili ad altri materiali provenienti da zone limitrofe come le Grotte del Frosellone e altri siti intorno a Latina. Si parla di punte, raschiatoi, ciottoli, strumenti in selce e numerose ossa, appartenenti a animali come il cavallo o il cervo, quest’ultime avevano segni di combustione. Si può dedurre da questo che la grotta era per l’uomo di Neanderthal un abitazione.

Per la precisione, Marisa de’Spagolis afferma che i ritrovamenti sono databili da 35.000 a 75.000 anni fa, ma sarà meglio definilibile dopo maggiori studi sui materiali in questione e dice “erano gli uomini di Neanderthal a frequentare la grotta e i resti ritrovati ci forniscono un quadro più preciso della vita e delle tecniche usate dall’uomo di Neanderthal.

Possiamo dunque determinare che l’Homo di Neanderthal andava a caccia e alloggiava all’aperto durante l’estate e si rifugiava nelle grotte durante l’inverno, possibilmente vicino al mare.

Successivamente a questi ritrovamenti, la Soprintendenza ai Beni Archeologigi del Lazio, con il sostegno dell’Assessorato all’Ambiente e Qualità della Vita del Comune di Sperlonga, ha promosso gli scavi nalle Villa di Tiberio. L’Univesità degli Studi di Milano e l’Univesità degli Studi di Napoli hanno presentato i risultati della campagna di scavi condotta all’Auditorium Comunale di Sperlonga.

La scoperta più sensazionale riguardava l’indentificazione di quello che era il Faro di Sperlonga. Il Professore Fabrizio Pesando dell’Universitù di Napoli dichiara che le ricerche subaquee effettuate nel 2014 a Sperlonga, avevano come finalità la ricerca di strutture sommerse o antistante il mare, tra Sperlonga e la Grotta di Tiberio (ovvero la Spelunca storica). L’obbiettivo della ricerca con la visione dalla parte del mare, ci ha consentito di concentrarci sul piccolo promontorio che si trova davanti al paese. L’ottima posizione, con vista sul mare, su Monte S. Angelo di Terracine e sul Circeo, veniva utilizzata nel medioevo per edificare punti di avvistamento come Torre Truglia. Grazie a numerose segnalazioni ricevute nel tempo ci è stato possibile scoprire sotto la Torre Truglia dei resti di mura di forma tonda. Le rovine sono appartenenti ad un nucleo creato in opera cementizia, che era rivestita da un paramento fatto di tegole e blocchi di calcare, tipici delle costruzioni romane, tipici del primo secolo a.C. e il primo secolo d.C. Vista la sistemazione della copertura, distribuita orizzontalmente, indica che venne probabilmente costruito in era tardoantica, con materiali di recupero. Questo ritrovamento però non ha niente a che fare con la Villa di Tiberio che è situata a più di un chilometro dal sito ma proviene dall’area stessa, siccome è stato possibile trovare un muro di rinforzo realizzato in opera reticolata, una tecnica tipica del primo secolo a.C. nella quale i blocchi di calcare (cubilia) erano sistemati obliquamente. Tutto questo ci fa dedurre che la struttura circolare fosse un faro, utilizzato come punto di avvistamento e di segnalazione.

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