Paul McCartney è veramente morto?

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Tutta la leggenda della morte di Paul McCartney

confronto paul mccartney

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Molte persone sostengono che Paul McCartney dei Beatles sia morto in un incidente stradale e quello che oggi noi crediamo essere quel famoso cantautore, in realtà è un sosia. Le persone che credono a questa teoria, sono identificate con l’acronimo PID, che significa “Paul is Dead”. Ora racconteremo la storia di McCartney secondo le tesi sostenute dai PID.

confronto paul mccartney
Il viso di Paul McCartney a confronto
L’incidente di Paul McCartney

All’alba del 9 novembre 1966 Paul McCartney venne visto uscire dalla sala prove della casa discografica EMI apparentemente arrabbiato. Entrò nella sua auto per ritornare a casa e partì velocemente. Poco più avanti però, Paul incontrò una ragazza molto carina che faceva l’autostop e decise di caricarla in macchina. La ragazza si chiamava Rita ed era eccitatissima di essere in auto con il famosissimo membro dei Beatles, parlava velocemente e si agitava. Paul distratto dalla ragazza e stanchissimo a causa di una nottata pesante, passò accidentalmente con il rosso e per evitare lo scontro con un altra auto, sterzò repentinamente perdendo il controllo  della sua auto e finì cosi contro un albero e prese fuoco. Rita morì sul colpo e Paul McCartney rimase decapitato. Entro pochi minuti gli altri Beatles ricevettero la notizia dell’incidente. Era il periodo della “Beatles-mania” e i quattro, erano appena stati nominati Baronetti. I Beatles pensarono che perdere uno dei componenti “vitali” di questa band fosse impensabile. Decisero per il momento di mantenere il silenzio, seppellendo McCartney. Brian Epstein, il Manager poi ebbe un idea, quella di sostituirlo con un sosia. Trovarono un ex poliziotto inglese di nome William Campbell che gli somigliava e lo sottoposero a interventi di chirurgia plastica. Dissero al mondo che Paul McCartney si trovava all’estero.

L’inizio della leggenda del falso Paul McCartney.

Il giorno 12 ottobre del 1969 Russell Gibb, un Dj della radio WKNR di Detroit ricevette una misteriosa chiamata da parte di una persona, che volle riferire solamente il proprio nome: Alfred (o Tom secondo altre fonti). Questo interlocutore dichiarò di conoscere un grande segreto legato ai Beatles e di avere diverse prove. Alfred (o Tom) sostenne che Paul McCartney fosse morto in un incidente stradale e che  i dischi, i nomi, i testi delle canzoni e le copertine fossero pieni di indizi e allegorie nascoste, che stavano ad indicare che il Beatles era morto. Un giovane ragazzo di nome Fred Labour che scriveva per il giornale del suo Campus, in quel momento era all’ascolto e rimase folgorato dalla notizia, tanto che si mise immediatamente a scrivere la notizia per il suo giornale intitolandola “Paul McCartney è morto”. Le radio di Detroit continuarono a parlarne e la notizia presto si diffuse arrivando fuori dalla città. Le persone che leggevano quella notizia cominciarono a crederci.

Il falso McCartney

Quando la notizia arrivò a Paul McCartney, si trovava in vacanza con la sua famiglia in Scozia. Noncurante, non dette importanza a questa notizia, ignorandola completamente, ma questo non fece che aumentare la convinzione nelle persone che Paul fosse veramente morto. Cominciò cosi la frenetica ricerca degli indizi nel materiale pubblicato dai Beatles. Durante il primo concerto dei Beatles dopo quella data, i fans dissero che in Paul McCartney c’era qualcosa di diverso, sembrava poco più alto e che avesse un paio di cicatrici sotto il mento, anche la bocca e i denti sembravano leggermente diversi. Questo convinse molti che la teoria della sostituzione di Paul McCartney fosse reale. Dopo quel concerto i Beatles decisero di non farne altri. Quando chiesero la motivazione, dissero che erano stanchi e che avrebbero suonato musica più complessa, adatta ai dischi ma particolarmente difficile da riprodurre in live. Ma i fans, ormai convinti della morte di McCartney, presero questa assenza come un ulteriore conferma.

Indizi nascosti nel materiale dei Beatles

I teorici del PID, pensano che i Beatles, per celebrare la morte di Paul McCartney e per il rimorso di aver nascosto l’accaduto, abbiano celato indizi nei loro album. I fans hanno trovato centinaia di potenziali indizi. Quando si sparse la notizia della morte era da poco uscito il disco Abbey Road, un disco che i Beatles erano convinti fosse stato l’ultimo, tanto che lo chiusero con una canzone intitolata “The end”. Dopo questo ne uscirono altri, ma forse sapevano sarebbe stato l’ultimo con la formazione originale della Band. Abbey Road infatti nasconde tantissimi inidizi.

Abbey Road, 1969

abbey road prove foto paul
Alcuni scatti per la copertina di Abbey Road
I quattro Beatles nella foto di copertina sembrano camminare come avviene durante una processione funebre. Gli indizi che saltano all’occhio secondo i fans sono:

  • Paul McCartney cammina scalzo. Secondo alcune tradizioni i morti vengono sepolti scalzi. Durante un intervista Paul dichiarò di aver fatto questa foto scalzo perché aveva caldo, ma quando successivamente uscirono le foto del backstage si può notare bene che indossava dei sandali, che ha tolto appositamente per fare la foto.

  • Un altro particolare curioso è che McCartney cammina tenendo il passo inverso dagli altri tre che hanno la gamba destra avanti e la sinistra dietro.

  • Una casualità probabilmente non voluta è data dalla mano che usa Paul per tenere una sigaretta, che è la destra, ma lui era mancino.

  • Nello sfondo dell’immagine, sulla sinistra si trova un maggiolino bianco la cui targa è “LMW 28 IF”. Si è discusso molto sul misterioso significato di questa targa e molti sostengono che LMW significhi Linda McCartney Widow (Linda McCartney Vedova) e il “28 IF” sembra significare “28 se.”, IF in Italiano si traduce con “se” e Paul avrebbe da poco compiuto 28 anni, quindi significherebbe “avrebbe 28 anni se non fosse morto”.  

  • Dall’altra parte della strada si trova parcheggiato un furgoncino della Polizia, generalmente utilizzato durante gli incidenti stradali.

The White Album, 1968

  • John Lennon nella canzone “i’m so tired”, borbotta qualcosa di incomprensibile negli ultimi secondi. Questo borbottio, infatti va ascoltato al contrario e dice: “Paul is dead, man, miss him, miss him, miss him“.

  • Il testo della canzone “Glass Onion” letteralmente “Cipolla di vetro”, sembrerebbe completamente allusivo e dice: “Well here’s another clue for you all,The walrus was Paul”: C’è un altro indizio per te, Paul era il tricheco, e sta in piedi sulla spiaggia di ferro.

  • Ringo Starr nella canzone “Don’t pass me by” dice esattamente “Mi dispiace di aver dubitato di te, Sono stato così ingiusto, Tu eri in un incidente stradale”. McCartney infatti uscì arrabbiato dallo studio perché aveva litigato con lui.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, 1967

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La foto originale della copertina di Sgt. Pepper prima di essere ritagliata
Anche l’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band ha una miriade di indizi, forse perché è stato il primo album pubblicato dopo la morte di Paul.

  • La foto di copertina sembra una messa funebre e nella parte inferiore, si trova una corona di fiori di colore giallo, la forma di questa corona ricorda molto quella di un basso (degli steli sopra sembrano le corde), in particolare quelli per mancini come quello di Paul.

  • La cosa più curiosa di questa copertina è data dal disegno sulla gran cassa della batteria, dove si trova la scritta “Lonely Hearts”. Se si mette uno specchietto esattamente a metà della scritta (che è anche il diametro della gran cassa) la scritta diventa “ I ONE I X  ^ HE DIE “ cioè “ 1 1 1 X  ^ Lui è morto”. Su questo si è molto discusso perché i tre “1” potrebbero indicare i tre Beatles e la “X” quello mancante, ma con questo si puo’ comporre lo data “11  9” che è la data dell’incidente presunto di Paul McCartney, che viene anche indicato dalla freccia prima di “HE DIE”.

  • La canzone “a day in the life”, sembra raccontare esattamente l’incidente mortale di Paul McCartney.

  • Sopra la testa di Paul c’è una mano. Questo per molte culture significa morte. Questo particolare è presente anche in altre foto.

 Magical Mystery Tour, 1967

  • Un altra canzone che al contrario mostra indizi è “i’m the walrus” dove si sente dire da John Lennon “ah ah Paul is dead

  • Nel video di “i’m the walrus”, appare una scena curiosa. Ad un certo punto quando dicono “Sitting in a English garden” (seduto in un giardino inglese, sembrano parlare di cimitero), i quattro indicano qualcosa fuori dallo schermo, quando l’immagine cambia si vede Paul McCartney con gli occhi chiusi e sullo sfondo si vede passare un auto bianca che arriva contro la sua testa.

  • In “Strawberry Fields forever” ascoltata alla rovescia, in mezzo alla confusione John dice chiaramente: “i buried Paul”, che significa “ho sepolto Paul”.

  • All’interno si trova una foto dove Paul è seduto ad una scrivania vestito da militare e al posto del nome si trova una scritta: “i was” che significa “io ero”.

  • In un altra foto si vedono i quatto Beatles che ballano vestiti di bianco e portano una rosa all’occhiello. Paul porta una rosa nera, al contrario gli altri portano rose rosse. In un intervista dichiarò che le rose rosse erano terminate e prese l’unica disponibile.

 Yellow Submarine, 1969

Questo album non presenta molti indizi nella copertina ma solo alcuni nelle canzoni.

  • Nella copertina Paul McCartney ha una mano sopra la testa, come in Sgt.Pepper.

  • Durante la canzone “Yellow Submarine” verso circa il minuto 1.45, si sente una voce dire “Paul is dead” (molto difficile da sentire).

Anthology n. 3, 1996

Nel terzo cd Anthology è presente un solo indizio, nella copertina sono presenti le foto dei tre Beatles presi tutti dalla foto di copertina di Let it be, la foto di Paul McCartney è stata sovrapposta da una presa dall’album “Rubber soul” del 1965, precedente all’ipotetico incidente.

All thins must pass, George Harrison, 1970

Nel suo disco da solista, George Harrison vuole ricordare Paul McCartney con una frase che si può ascoltare ascoltando il disco al contrario.

  • Nel primo brano “it’s Johnny’s birthday” si può sentire “he never wore his shoes, We all know he’s dead” il suo significato è molto allusivo riguardo a John “lui non indossava mai le sue scarpe, tutti sappiamo che lui è morto” e infatti spesso camminava scalzo come si vede nella copertina di Abbey Road e in un altra foto all’interno di Magic Mistery Tour.

Gli album da solista di Paul McCartney

Negli album da solista, Paul ha voluto indicare pochi indizi, ma convincenti.

  • Il nome del suo secondo disco era “McCartney II”, sicuramente perché era il secondo ma è strano l’utilizzo del “II” piuttosto che altro, come ad indicare che è il secondo McCartney.

  • Nel terzo album, nel lato destro della copertina appare la scritta L.I.L.Y. Probabilmente voleva essere “Linda I Love You” ma utilizzando lo specchietto come nella grancassa di Sgt. Pepper, appare la stessa scritta “I I I X”, i tre Beatles vivi e uno morto, oppure 11 9, la data della sua presunta scomparsa.

  • London Town è un album che ha prodotto insieme alla moglie Linda e a Denny Laine, (conosciuti come Wings), all’interno si trovava un poster con un collage di foto, in alto a destra. la foto di Paul con Linda, recava la scritta “Substitute”.

  • Nel 1993, Paul McCartney stesso scherza su questa leggenda e crea l’album “Paul is live”, la copertina ritrae la stessa foto di Abbey Road, ma chi attraversa le strisce è solo lui trainato da un cane. La targa del maggiolone ora reca la scritta “51 IS”, invece di “28 IF”, scherzando vuole comunicare “non 28 se.. ma 51 è!”.

I teorici del PID, hanno trovato quasi 400 altri indizi, ma credo che questi siano i più interessanti, in quanto molti sono forzature. Ma in tutti i casi hanno scatenato la curiosità di molti al punto di spingere dei tecnici a svolgere delle investigazioni forensi.

Identificazione forense

Francesco Gazzevini, un esperto di analisi informatiche forensi ha voluto studiare questa leggenda metropolitana e ha quindi esaminato alcune foto di Paul McCartney prima e dopo il1966. Secondo le tecniche forensi, per identificare la somiglianza di due persone, anche a distanza di tempo o dopo possibili plastiche facciali, bisogna osservare alcuni punti che non possono cambiare in nessun caso.

I punti più importanti per le indagini forensi sono:

  • La curva mandibolare

  • L’ampiezza del palato

  • La dentatura

  • Il punto naso spinale

  • La forma del cranio

  • Le orecchie

La curva mandibolare controllata in due fotografie del 1966 e del 1970 mostrano una differenza notevole. Quella più recente ha il mento più sottile e “appuntito” mentre quelle più vecchie evidenziano un viso più tondo. Le linee della curva mandibolare della foto del 1970, è perfettamente identica a quella di tutte le altre foto post 1967, mentre inversamente quella del 1966 è compatibile con quelle precedenti.

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Due foto di profilo di Paul McCartney prima e dopo del 1967
La Dott.ssa Gabriella Carlesi, un esperta internazionale per identificazione odontologica, ha notato differenze sostanziali tra le foto di Paul McCartney scattate prima e dopo del 1967. L’arcata dentale precedente era molto stretta, quindi i denti erano leggermente accavallati e irregolari, mentre nelle foto successive i denti si presentano in modo più regolare e molto meno accavallati. Se Paul avesse voluto intervenire sulla sua arcata dentale, le tempistiche sarebbero state molto lunghe e molto dolorose e questo non sarebbe sfuggito ai fan e avrebbe reso impossibile a McCartney di cantare per molto tempo. Per la Dott.ssa Carlesi anche il padiglione auricolare presenta delle differenze prima e dopo la fatidica data.

Elena Marchetti un perito grafico ha analizzato firme e testi scritti da Paul McCartney, sempre nell’arco di tempo precedente e antecedente alla possibile sostituzione, notando alcune incongruenze. I criteri di analisi sono gli stessi usati in sede giudiziale e mostrano modi diversi di scrivere alcune parole, sopratutto cambia radicalmente come ora scrive “to” ma sopratutto da quel giorno è cambiato il modo di firmare.

La prova del DNA.

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Erica Hubers e Paul McCartney
I Beatles tra il 1961 e il 1962 fecero un tour in Germania. Ad Amburgo Paul McCarney conobbe Erika Hubers e se ne innamorò. I due si fidanzarono e dopo poco lei rimase incinta. Quando Erika chiamò Paul per notificargli il suo stato, lui era tornato a Liverpool, rimase scioccato e non molto felice della notizia, disse a Erika che non avrebbe dovuto avere quella figlia. Erika invece partorì e non volle mai soldi o fama, ma solamente che la loro figlia venisse riconosciuta, ma McCartney non lo fece mai. Misteriosamente però ad un certo punto cominciò a versare assegni di mantenimento a Bettina. Nel 1984, Erika decise di fare un test di paternità, cosi un medico tedesco volò in Inghilterra per fare un prelievo di sangue a Paul. Erika era certa che Paul fosse il padre della figlia Bettina e affermò di avere avuto rapporti solo con lui. Ma quando il medico tornò in Germania, rimase incredula dell’esito negativo del test, al punto che Erika sospettò qualcosa. Erika è tutt’ora convinta che non sia stato lui a fare il prelievo e che se fosse veramente stato lui, allora il McCartney che conosciamo è veramente un sosia.

La leggenda sulla morte di Paul McCartney aveva perso un po’ il suo interesse negli anni successivi e non se ne parlava più tanto, fino a quando Ringo Starr in un intervista del 2010 dichiarò “sono l’ultimo Beatles rimasto in vita”, facendo riesplodere cosi la “Paul Is Dead” Mania.

 

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