I Vichinghi sono giunti nel nuovo mondo.
Ormai è qualcosa di più di una semplice ipotesi.
Jacques Marie de Mahieu, un filosofo e antropologo franco-argentino, svolse accurate ricerche sulla possibilità che i popoli Vichinghi fossero arrivati sulle coste americane (chiamate da loro Hvitramannaland o Vinland) molto prima delle celebri caravelle. Infatti, l’arrivo dei Vichinghi norvegesi in Nord America è diventata ormai una realtà incontrovertibile ed è accettata da archeologi e storici. Ma de Mahieu andò oltre, affermando che i Vichinghi si stabilirono anche in Sud America e che colonizzarono ampi tratti del suo territorio fondando l’impero di Tiahuanaco.
Secondo lo studioso francese, un primo contingente di Vichinghi guidati da Jarl Uliman si insediò in Messico e Perù nell’anno 967 circa. Gli indigeni locali considerarono l’arrivo dei Vichinghi, un segnale divino, inoltre, alcune leggende e credenze religiose tramandate fino ad oggi, furono in realtà parte di esperienze reali e infatti de Mahieu sostiene che le divinità Quetzalcoatl, Kukulcan e Viraoocha non siano altro che alcuni capi Vichinghi.
Nella regione brasiliana di Piaui e nelle zone montagnose della giungla del Paraguay, il gruppo di ricerca archeologica di de Mahieu trovò quello che sembravano essere accampamenti dei Vichinghi danesi, dove sono stati trovati muri di pietra con iscrizioni runiche, decifrate poi senza difficoltà dal runologo tedesco Hermann Munk. Come se tutto questo non fosse abbastanza significativo, Jacques Marie de Mahieu riuscì a provare che gli indios Guarani del Paraguay (sorprendentemente caratterizzati da carnagione bianca, notevole statura, barbe folte e calvizie) sono anch’essi discendenti nordici.